ORPHAN

USA/Canada - 2009 - 123 min
Genere: drammatico, horror, thriller
Regia: Jaume Collet-Serra
Soggetto: Alex Mace
Sceneggiatura: David Leslie Johnson
Produttore: Leonardo DiCaprio, Joel Silver, Susan Downey
Casa di produzione: Warner Bros. Pictures, Dark Castle Entertainment
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
Interpreti
Vera Farmiga: Kate Coleman
Peter Sarsgaard: John Coleman
Isabelle Fuhrman: Esther
CCH Pounder: Sorella Abigail
Jimmy Bennett: Daniel Coleman
Margo Martindale: Dr. Browning
Karel Roden: Dr. Värava
Rosemary Dunsmore: Nonna Barbara

Fotografia: Jeff Cutter
Montaggio: Timothy Alverson
Musiche: John Ottman
Scenografia: Tom Meyer



Un buon thriller made in Usa, prodotto dalla Appian Way Production Company di DiCaprio, che fa della messa in scena il suo punto di forza in luogo di una trama e di ambientazioni di certo non originali, anzi ultimamente piuttosto inflazionate, dal momento che sempre più spesso ci si ritrova tra mai nati, orfanotrofi e diabolici bambini adottati.
Una giovane coppia ha da perso da poco Jessica, nata morta. I due hanno altri due figli, la timida e dolce Maxim, che è sordomuta, e Danny il più grande. Tormentati dagli incubi sulla non nascita di Jessica, i due decidono di adottare una Esther, introversa ma educata e gentile bambina di origini russe, che sembra da subito dimostrare uno spiccato senso artistico. La sua integrazione nella nuova famiglia vivrà da principio di buoni momenti in cui Esther sembra legare sin da subito con la sorellina e con la matrigna, che sente superare il dolore per la perdita di Jessica; ma presto, una escalation di strani avvenimenti e di violenze porterà a scoprire la vera realtà di Esther che si rivelerà non essere la bambina perfetta che sembrava, fino all'inaspettato epilogo con tanto di clamoroso colpo di scena.
Orphan è un thriller che ha poche sbavature sul piano prettamente tecnico e il regista spagnolo Jaume Collet-Serra riesce nel compito di consegnare un film che nella sua categoria, si distingue soprattutto per alcune scene che convincono, e che raggiungono l'obiettivo di mantenere una forte tensione nello spettatore. Di particolare nota è come viene resa la paura infantile, come nella sequenza al parco giochi, con una serie di brevi particolari dove l'occhio della bambina
si fissa, terrorizzata dalla presenza maligna. Ma anche le evocative inquadrature soggettive, che diventano anche soggettive sonore nel momento in cui riflettono la vista e l'udito della sordomuta Maxim. Molta carica emozionale la danno le inquietanti reazioni inconsulte, gli urli, i ghigni, gli sguardi, e i dialoghi forbiti della perfida Esther, ottimamente caratterizzata col procedere delle sue torture psicologiche e fisiche. Di sicuro è sua la battuta più memorabile del film: “ti taglierò questo cazzetto spelacchiato prima che tu possa capire a che serve” riferendosi al fratellastro ficcanaso. Mi ripeterò, ma la regia è una buona regia, soprattutto se si considera “Orphan” inscrivendolo all'interno del circuito commerciale di cui fa parte, e per me è stata una sorpresa. Attendiamo il finora discreto Jaume Collet-Serra, già autore dei pessimi “La maschera di cera” e “Goal 2”, a lavori di maggiore spessore, per poter giudicare meglio il suo apporto al film. Per la cronaca, all'uscita negli Usa del film, sono insorte le associazioni “per la protezione dell'infanzia abbandonata”, terrorizzate dall'idea che il film potesse avere una ricaduta negativa sul numero di adozioni: chi avrebbe il coraggio di adottare un bambino malefico, o un gremlins o una bambola assassina? Io no.

1 commento:

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