BASTA CHE FUNZIONI

Titolo originale: Whatever Works
USA - 2009 - 92 min
Genere: commedia, drammatico
Regia: Woody Allen
Soggetto: Woody Allen
Sceneggiatura: Woody Allen
Produttore: Letty Aronson, Stephen Tenenbaum
Distribuzione: Medusa Film
Interpreti e personaggi
Larry David: Boris Yellnikoff
Evan Rachel Wood: Melodie St. Ann Celestine
Henry Cavill: Randy
Patricia Clarkson: Marietta
Ed Begley Jr.: John
Conleth Hill: Leo Brockman
Michael McKean: Joe
Christopher Evan Welch: Howard
Fotografia: Harris Savides
Montaggio: Alisa Lepselter
Scenografia: Santo Loquasto
Costumi: Suzy Benzinger


Woody Allen presenta questa commedia sentimentale leggera, senza troppe pretese, senza mai smentire il proprio stile, facendo leva sui suoi marchi di fabbrica e aderendo alla perfezione al genere, che egli stesso ha evoluto in anni di carriera, portandolo all'apice culturale. Tutto chiaro e ordinato tal punto che il titolo “Basta che funzioni”, sembra diventare un motto per un cinema più semplice ed immediato.
La storia è quella di Boris, protagonista e narratore del film: è lui che si introduce mentre parla di religione e politica con i suoi amici, rivolgendosi direttamente in camera, evidenziando, come se ce ne fosse bisogno, quanto sia Allen stesso a parlarci. Boris è infatti un anziano solo, fastidioso, cinico e misantropo, si è divorziato dopo aver tentato il suicidio, e se un tempo era fisico affermato, ora campa dispensando lezioni di scacchi; spesso si lascia andare a deliri di onnipotenza: è convinto che sia l'unico essere sulla faccia della terra a possedere un visione cosciente del mondo e da ciò ne deriva il suo pessimismo cosmico e la sua scarsa fiducia nel prossimo. La sua concezione fatalista del mondo è che non esistono se, e non esistono ma, tutto va come deve andare basta che funzioni, perchè “il caso è un fattore della vita sbalorditivo”. L'incontro scontro con una ragazza del profondo sud stravolgerà la vita di Boris, e porterà a evolversi, in direzione di una maggiore accettazione delle stravaganze e diversità fra uomini e donne nei vari stadi dei rapporti sociali.
“Basta che funzioni” fa dell'oralità il suo punto cardine, come del resto tutti le commedie di Allen, e combinandosi con la figura di Boris, un ottimo Larry David, e della sua parlantina così lamentosamente insistente, diventa a pieno titolo uno dei film più riusciti del genere. Battute che si susseguono a raffica e senza tregua, in pieno stile esprit de l'escalier, che ascoltiamo mentre una regia piatta senza ghirigori (di certo non esaltante) descrive pedissequamente ciò che lo spettatore deve vedere per capire con semplicità, senza fronzoli, aggiungendo al massimo qualche citazione come nelle sequenze de “L'infernale Quinlan” che vengono proposte. Ma “Basta che funzioni” è anche una commedia dell'equivoco, in cui momenti molto divertenti e godibili si riscontrano proprio nel fraintendimento: le differenze dei personaggi portano a scontri comunicativi (il dialetto della ragazza, che nel doppiaggio italiano è reso malamente), culturali, generazionali (la differenza di età tra i due), sessuali (tra rapporti omosessuali, e menage a trois), religiosi (come non sottolineare i dialoghi su ebraismo e sul “cristianesimo democratico”). L'unica pecca di questo film, a mio parere, sono i momenti in cui Boris si rivolge direttamente allo spettatore, che trovo sia una via troppo facile da percorrere per creare un dialogo diretto col pubblico; un altro elemento di disturbo è sicuramente l'eccessiva autocelebrazione di Allen che dopo essersi immedesimato nel protagonista non fa altro che ripetersi (e ripeterci) di essere un genio.
Ma la semplicità della narrazione è la cosa che interessa di più ad Allen e così la commedia, ordinata sin dall'inizio, si conclude con l'attesa quadratura del cerchio, in cui tutto è spiegato (sempre oralmente), dove tutti vivranno felici e contenti, almeno finché funzionerà.

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