EL MAQUINISTA (L'UOMO SENZA SONNO)

Spagna – 2004 - 102'
Genere: thriller, drammatico
Regia: Brad Anderson
Soggetto: Scott Kosar
Sceneggiatura: Scott Kosar
Casa di produzione: Paramount Classics
Interpreti:
Christian Bale: Trevor Reznik
Jennifer Jason Leigh: Stevie
Aitana Sánchez-Gijón: Marie
John Sharian: Ivan
Michael Ironside: Miller
Larry Gilliard Jr.: Jackson
Reg E. Cathey: Jones
Fotografia: Xavi Giménez
Montaggio: Luis De La Madrid
Musiche: Roque Baños
Scenografia: Alain Bainée
Costumi: Patricia Monné, Maribel Pérez


“Mi chiamo Trevor Reznik e sono magrissimo. Tutti mi dicono che se fossi un po’ più magro non esisterei. Lavoro come macchinista in una fabbrica. L’altro giorno ho conosciuto Ivan, e ho avuto un dejà vu. Qualcosa mi impedisce di dormire da un anno.”
Questa potrebbe essere la presentazione del protagonista di “El maquinista”: il genere di presentazioni che si fanno nei gruppi di sostegno per malati gravi (quelli alla “Fight Club” per intenderci) e ai quali parteciperebbe Trevor se fosse dotato di vita propria al di là di questo bellissimo film. Brad Anderson, è un regista poco conosciuto, ma autore di un altro bel thriller “Session 9”, e di questo thriller che vede inoltre la magistrale interpretazione di un Christian Bale letteralmente “ridotto all’osso”, e che personalmente mi ha colpito per la capacità di prostrarsi di fronte all’interpretazione di un personaggio, che va al di là dei ruoli precedentemente (e successivamente) recitati. Trevor è un uomo arrendevole, mai sorridente, sconsolato, metodico nell’occupare il tempo che toglie al riposo e al sonno che non ha, e che ha minato il proprio corpo nel profondo, a tal punto da ridurlo in uno scheletro, smunto e angosciante: lustra le mattonelle del bagno, si riempie la casa di post-it con su scritto cosa fare, legge “L’idiota” di Dostojevski, guarda per ore programmi televisivi che lo inebetiscono, ogni notte va in un caffè all’aeroporto dove si intrattiene con la cameriera, e con regolarità frequenta una prostituta, sua vicina di casa e per questo anche sua amica e confidente. La sua quotidianità, piuttosto che dal farsi del giorno e della notte, è scandita dal ripetersi di queste azioni meccaniche e sistematiche: non a caso Trevor lavora in una fabbrica cupa, pericolosa né più né meno di quelle reali, piena di colleghi ostili che gli danno l’impressione di essere congiurati che partecipano ad un complotto, del quale lui sembra essere destinatario. Fra luoghi angusti con tonalità verdi, blu o gialle, spazi ristretti con grande profondità di campo quasi ad indicare la lunga strada del rimosso, nel quale vaga il senso di colpa di Trevor/ Christian Bale, che, tra ricordi, lapsus continui e flash, tenta di ricercare e ricostruire i pezzi del puzzle (o meglio risolvere il gioco dell’impiccato che lo tormenta) per trovare il senso di se stesso, della propria mente. “Il senso di colpa arriva sempre molto lontano” ripete Trevor in uno dei dialoghi apparentemente non esplicativi, ma che in realtà, insieme a tutti i particolari di cui è disseminato il film, chiudono il cerchio sui meandri della sua e della nostra mente. Sfumature genialmente inserite, come il viaggio nella giostra dell’orrore (la route 666) con il figlio della cameriera che frequenta, in cui riaffiorano i dejà vu di Trevor, dall’incidente automobilistico, dalla cameriera assassina, all’indiano con il braccio in mano, dal colpevole impiccato, alla casa del piacere. Un film studiato a fondo dalla trattazione del personaggio, alla sua caratterizzazione visiva, ai dettagli, che ritornano in continuazione, alla spettacolare colonna sonora in stile hitchockiano, sia nell’uso dell’eterofono (“Spellbound”), sia nella caratura drammatica e di suspance; molti richiami all’angoscia suscitata dai di film di Cronenberg (“Il pasto nudo” in primis, ma anche “Inseparabili” e “Spider”), come allo stesso Hitchcock di “Psycho”. Davvero coinvolgente e realistico (la mia personale esperienza è d’accordo con l’idea che il primo effetto di un trauma legato al senso di colpa è l’insonnia); a mio parere fra i numeri uno dei thriller a stampo psicologico.


"El maquinista" trailer USA

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